In un momento storico così “strano”, dove la pandemia ci sta costringendo a cambiare le regole del “gioco”, sia economico che sociale, dobbiamo velocemente saper scegliere vie alternative. Le aziende stanno combattendo questa situazione non senza difficoltà. Alcuni settori che sembravano in ascesa come il turismo, che anzi dava prospettive interessanti e valide al Paese e che molto ha ancora da dare in questo ambito, oggi boccheggia e non vede via di uscita se non tentare la sopravvivenza… se ci riesce. Altri settori, come quello tecnologico, stanno vivendo invece nuove interessanti opportunità, come il settore che si occupa di ambiente. Sicuramente anche gli investimenti infrastrutturali, di cui tanto ha bisogno il nostro Paese, possono avere una svolta e finalmente essere attuati.
In questo scacchiere di opportunità, vincenti o perdenti, sicuramente lo Stato riprende un suo ruolo di guida. La Pubblica Amministrazione, volente o nolente, dovrà tornare ad essere competitiva, e soprattutto vera e propria bussola per orientare investimenti e scelte. In queste condizioni il mercato rischia di perdere il suo primato e comunque dovrà confrontarsi con scelte centralizzate.
Non possiamo che sperare che la nostra Pubblica Amministrazione riesca ad affrontare questa nuova situazione in modo “Smart” e non “Stupid” e sia in grado di capire bene dove e come investire senza perdere le opportunità. In un panorama così complicato, la Scienza del Dove sta sempre più trovando un suo spazio importante e sta diventando un parametro di valore. Ancora moltissimo spazio non è stato esplorato o non sempre si è utilizzato adeguatamente; una tecnologia che moltissimo ha dato nella lotta alla pandemia e che molto ancora può dare è giusto che trovi, anche in un magazine, il suo perché. In un recente colloquio con l’autorevole Presidente del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano ed ex assessore all’urbanistica del Comune di Milano, l’ing. Gianni Verga, abbiamo analizzato il fallimento della Smart City non solo in Italia, ma anche in moltissime città soprattutto dell’emisfero occidentale.
Città che competevano tra loro per capacità di dare servizi o qualità di vita, Città “sensible” dove i sensori erano in grado di parametrizzare mobilità e inquinamento e contribuire alla sicurezza hanno mostrato i loro limiti davanti alla pandemia ed il loro contributo è stato molto marginale. La Smart city non è stata molto smart, lo stiamo vedendo oggi nel trasporto pubblico dove prenotazioni e orari con una adeguata analisi dei dati e l’intelligenza artificiale, avrebbe potuto dare maggiore sicurezza e risposte veloci ai pendolari e agli studenti al tempo del COVID. Telefonini e smartphone, così comuni e utilizzati, sono sensori che potrebbero diventare uno strumento fenomenale. Ma un approccio “stupid” ha limitato l’uso di queste tecnologie, che sarebbero utilissime in questa fase, dove il contagio è ancora presente, per mantenere traccia di spostamenti e segnalare assembramenti. Se prendiamo coscienza della Scienza del Dove e se impariamo correttamente ad utilizzarla saremo in grado di avere una arma in più per
combattere una pandemia che tanti danni economici sta causando – direbbe l’amico Piero Bassetti – in questo mondo Glocale. Vediamo ora come la Politica affronterà questi temi difficili e complessi e se sarà capace di incentivare lo sviluppo della tecnologia andando oltre l‘uso dei social.