Abbiamo incontrato in questo primo numero del nostro Magazine, Safiria Leccese, una delle giornaliste più note della Tv del Biscione. Conduttrice dei Telegiornali di Mediaset, si occupa principalmente dei temi di politica.
Il grande pubblico l’ha conosciuta e apprezzata quando ha realizzato e condotto, per quattro edizioni, un format di grande successo, su Rete Quattro, “La Strada dei Miracoli”.
Leggi un estratto dal libro “La Ricchezza del Bene” – Edizioni Terra Santa .
Dal capitolo su Carlo Acutis dal titolo “un giovane ricco in cammino verso la Santità“
Hai trovato, con questo tuo libro, tante belle storie italiane, ma quella di Carlo Acutis è come fosse un diamante nella polvere. Ci racconti come sei arrivata a questa scoperta?
Basta aprire Facebook o Instagram per vedere l’esplosione in ogni angolo della terra della sua figura. Carlo ha vissuto tutta la sua breve ma intensa vita su questa direttrice: mettere Dio al primo posto e amare il prossimo come se stessi. In questa strada maestra, che poi era alimentata quotidianamente dalla sua autostrada per il Cielo che era l’Eucarestia, cioé la Comunione, che faceva tutti i giorni dall’età di sette anni. Su questa strada Carlo viveva le sue passioni ed il suo indubbio talento: quello per le relazioni e quello per l’informatica. Carlo amava l’umanità, i suoi amici, chi collaborava in casa. La sua mamma, Antonia Salzano, mi ha raccontato che nonostante le loro possibilità per non viziarlo tenevano Carlo “un po’ a stecchetta”. Quindi non aveva avuto in regalo un computer chissà quanto avanzato, ma anzi “abbastanza scadente”. Ma con quel pc si era messo in testa di usare tutte le potenzialità del mondo che negli anni 90 appena si affacciava ad essere connesso in rete.
Carlo Acutis oltre alla destinazione verso il trascendente, aveva passioni molto concrete comuni a tanti Millennials
Carlo al liceo comprava e studiava libri universitari di informatica. Ma… ed è qui l’unicità vera di Carlo, avendo la vita in Dio come sua vita, faceva tutto in Gesù. Era bello, simpatico, a 15 anni un ragazzone di 1.83 di altezza, amante della musica e ricco. Ma nel suo cuore c’era questa fiamma. Dio, gli altri e le tecnologie. E allora le mette insieme e capisce le potenzialità grandi e buone di questo mezzo che cambierà il modo di comunicare di tutto il mondo e di essere, a volte solo apparentemente, connessi. Carlo mette in piedi in tre anni una mostra digitale dei Miracoli Eucaristici. Trascorre le notti a sistemare le foto, chiede ai genitori di portarlo in vacanza in luoghi, Santuari, lì dove può raccogliere il materiale. Fa in tempo ad esserci per la doppia inaugurazione a Roma, fa in tempo a fare una sorta di rubrica web che si chiamava e si chiama ancora “guarda quanti amici ho in cielo”, in cui presenta i Santi suoi amici, li fa conoscere con dei cenni biografici e immagini. Insomma, Carlo aveva capito davvero che tutto ciò che ci è offerto in questo mondo, è in sé “buono”. Dipende da come lo usiamo. E forse è per questo che i giovani e non solo loro lo amano. Perché lo associano al bene e al bello. Ad un racconto di cose belle attraverso le nuove tecnologie, una bellezza irradiata da una luce più grande che Carlo lasciava trasparire dai suoi gesti quotoidiani di carità anche fatta sotto casa, fino all’uso della rete. Non abbiamo ancora la certezza, ma ci sembra molto verosimile che sarà proclamato “patrono di internet”. Per ora è certamente il primo Beato in Cielo ad avere un indirizzo mail.