Esri Italia, in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), ha pubblicato la mappa Scuole Connesse, che racconta lo stato della digitalizzazione nelle scuole italiane. I dati messi a disposizione da AGCOM riguardano 73.351 Istituti Italiani di ogni genere e grado e sono open-data.
La digitalizzazione del sistema scolastico, tema ricorrente in questi giorni e durante tutto il periodo di pandemia, si presenta come un processo estremamente complesso che occorre pianificare attentamente, al fine di garantire la realizzazione di adeguate infrastrutture. Dall’analisi condotta da AGCOM – descritta nella dashboard – che mira a misurare il livello di infrastrutturazione digitale delle scuole, è emersa l’esistenza di notevoli divari legati al territorio, al grado e alla dimensione dei plessi scolastici.
Al fine di creare uno sviluppo di una scuola digitale vanno considerate almeno tre questioni principali:
- L’esistenza di una connessione a internet a banda ultra-larga.
- La creazione di una rete telematica efficiente.
- Un’attività di manutenzione e di aggiornamento per monitorare l’effetto dell’invecchiamento tecnologico.
Le infrastrutture digitali
Partendo dal presupposto che bambini e adolescenti utilizzano in misura sempre maggiore le tecnologie digitali, tanto da esser definiti nativi digitali, e che esistono indiscutibili effetti positivi della digitalizzazione sullo sviluppo della società contemporanea, occorre favorire l’adeguamento anche da parte del sistema educativo.
Le scuole, dunque, devono sia dotarsi di infrastrutture e strumenti digitali adeguati, sia adeguarsi al cambiamento nelle modalità didattiche.
Le semplici connessioni a Internet non bastano ma occorre puntare sulle linee ultra broadband: a questo proposito colpisce che esista ancora un 3% di edifici scolastici – prevalentemente appartenenti alla scuola primaria e dislocati per la maggior parte nell’Italia meridionale, che risulti privo di qualunque connessione.
La dashboard, che è anche corredata di grafici, evidenzia tutte le tecnologie di connessione utilizzate dagli Istituti Scolastici, con una distinzione tra FTTH e FTTC
FTTH sta per Fiber To The Home e indica l’opzione più veloce. Con la tecnologia FTTH l’utente ha accesso alla fibra ottica e, in questo caso, nell’Istituto e in ogni ambiente si può disporre di prestazioni elevatissime. Viene anche detta iperfibra e raggiunge velocità di 1 Gigabit al secondo in download e upload, consentendo una trasmissione rapidissima anche di file.
FTTC sta per Fiber To The Cabinet, ovvero “fibra fino all’armadio” (cioè l’armadio stradale, da dove si dipanano poi i cavi – in rame – che conducono ai singoli edifici). La tecnologia FTTC è quindi mista, si presenta in fibra fino all’armadio stradale e prosegue in rame fino a dentro l’Istituto Scolastico. Molto più diffusa nei plessi scolastici, non offre le prestazioni della fibra “pura”, in quanto presuppone comunque un pezzo di percorso (di solito di 300-500 metri) sui vecchi cavi. Quindi appare chiaro che per consentire ai docenti di operare con il massimo delle performance tecnologiche occorra dotare tutti gli Istituti di una fibra FTTH.
Divari geografici
La dashboard “Scuole Connesse” ci permette di esplorare le varie tipologie di connessioni disponibili, valutando sia la situazione nazionale sia quella delle diverse Regioni.
Sul numero di Istituti mappati il dato più evidente che emerge è che a livello Nazionale solo il 17% utilizza una connessione FTTH, contro il 42% di utilizzo della tecnologia FTTC.
Eppure, appare chiaro e logico che in un futuro digitale la disponibilità di “alte” velocità permetterà di ampliare e diversificare le numerose attività che è possibile svolgere.