Da qualche anno il BIM (Building Information Modeling) viene utilizzato dai nuovi professionisti del futuro, quali Ingegneri e Architetti, che in tutto il mondo che devono comprendere ed utilizzare questi strumenti informatici per capire e saper creare modelli digitali gemelli di quello che viene realizzato, un vero e proprio “Twin” Digitale. Avere un modello digitale gemello di quello reale da enormi benefici; la possibilità di consultare in ogni momento quello che si è realizzato, definire il percorso di realizzazione, gestire la manutenzione, controllare il valore di quello realizzato; conoscere i tempi di realizzazione e pianificarne il gant di esecuzione in condivisione con i diversi operatori della costruzione. Un altro importante elemento, che a volte sfugge, è quello di poter più facilmente integrare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale su questi modelli, tanto da poter parlare di Generative Design applicato. Questo non è più futuro ma è il presente e sta diventando la normale prassi della progettazione.
Ma quanto illustrato per un modello applicato ad un edificio o infrastruttura come ponti, ferrovie e strade, può essere applicato alla città/territorio? Questa è una sfida in corso e la “Science of Where” è il percorso. Ovviamente creare un modello “Twin Digitale” di un territorio non è cosa semplice. Moltissimi i parametri da dover utilizzare e i dati da analizzare tutti necessariamente devono essere georeferenziati (termine ormai compreso da tutti). I dati non possono essere rappresentativi dei soli dati di superficie ma devono essere integrati con i dati del sottosuolo; non solo, a differenza di un edificio dove le “trasformazioni” sono contenute, sul territorio la trasformazione è completamente dinamica e in evoluzione permanente. La Science of Where diventa attualmente l’unico strumento informatico in grado di analizzare e gestire dinamicamente questa enorme mole di dati per simulare un effettivo Twin Digitale delle città. Questo tema deve essere considerato da chi si occupa delle Smart City e deve integrarsi con chi si occupa dell’Intelligenza artificiale applicata a questo tema.
Questo però non è solo un discorso tecnologico, ma anche politico. La tecnologia sta velocemente evolvendo coprendo distanze in tempi decisamente brevi, ma non sempre è compresa o correttamente utilizzata da chi decide. Progettare e gestire le città del futuro sarà la sfida dei prossimi amministratori pubblici e le scelte politiche e l’efficienza sarà garantita solo se si governano e se si interpretano correttamente queste tecnologie. Il “sentiment” e le scelte non saranno date dai “social” che esprimono solo un sentimento ma non danno le risposte che spesso sono date dalla politica in modo “raffazzonato” e incoerente. La tecnologia invece potrebbe, se utilizzata con i giusti canoni, dare le risposte in modo più chiaro e capace di dare le soluzioni che la complessità territoriale non sempre facilita. Politiche, Governo, Potere e Tecnologia non sono più elementi slegati ma sempre più connessi tra loro, non è un caso che la Cina di Xi Jinping abbia dovuto in qualche modo fermare Jack Ma che stava velocemente scalando con la tecnologia il Potere, che al momento era economico ma che poteva velocemente diventare politico. Nelle economie occidentali questo sta avvenendo in maniera più soft perché la politica e il potere sono ancora “scalabili”. Nel nostro Paese la politica non è ancora completamente consapevole, e molto è dovuto da un “buco” sulla conoscenza tecnologica che presto però qualcuno colmerà.