giovedì, Dicembre 26, 2024

A SETTEMBRE, IN ASIA, 20 ANNI DOPO

The Science of Where Magazine incontra Harsh V. Pant, Direttore di Observer Research Foundation,  New Delhi, primario think tank indiano e a livello globale.

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L’11 settembre 2021 rappresenta senza dubbio una data simbolica per il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. Perché questa scelta dell’Amministrazione Biden?

Questa è davvero una scelta strana. Tale simbolismo potrebbe essere sfruttato dai talebani per dimostrare ai suoi seguaci di essere riusciti a sconfiggere il potente esercito americano. Il ritiro nel giorno in cui l’America è stata attaccata non sembra una buona scelta in prospettiva.

Cosa è cambiato nello scenario asiatico rispetto al 2001?

Molto è cambiato. L’ascesa della Cina è ormai un dato di fatto e questo è forse uno dei motivi per cui gli Stati Uniti vogliono ritirarsi, in tal modo concentrandosi sul contenimento della Cina nell’area dell’ Indo-Pacifico. Ciò che è cambiato è che ora il Pakistan è assai debole: esso non ha alcun Paese veramente amico, a parte la Cina, ha una economia al collasso e un governo che non è in grado di garantire i fondamentali. L’India, d’altra parte, è un attore molto più potente e ha investito molto in Afghanistan. Inoltre, i giovani afgani vogliono vedere il proprio Paese accogliere la modernità e non controllato dalla sharia dei talebani.

In che modo l’India si colloca geostrategicamente nella situazione attuale? Come sta evolvendo il Paese nella grande partita delle tecnologie emergenti?

Oltre alla Cina, l’India è la più importante potenza emergente nella regione dell’Indo-Pacifico e ha dimostrato di essere nelle condizioni di resistere alla belligeranza cinese. È una democrazia che si distingue da una Cina autoritaria. L’India ha forti legami con l’Occidente e con altre nazioni dell’Indo-Pacifico che vedono una Cina assertiva come una minaccia alla pace e alla stabilità regionale. In India si sta prendendo consapevolezza che è importante essere leader nelle tecnologie emergenti e, quindi, è disposta a lavorare con Paesi che la pensano allo stesso modo e sta riducendo la sua dipendenza dalla Cina in settori critici. L’India sarà un attore decisivo nel quadro della crescente richiesta che il mondo democratico lavori insieme nello sviluppo di tecnologie strategiche chiave.

Un’ultima domanda. Come valuta l’accordo tra Stati Uniti e Cina sul cambiamento climatico? Le prospettive multilaterali evocate da Biden per il mondo post-pandemico si stanno lentamente aprendo?

È un accordo ragionevole e una delle poche aree in cui Stati Uniti e Cina hanno interessi convergenti. Il multilateralismo di domani sarà significativamente diverso dal passato poiché ora c’è una frammentazione molto maggiore nell’ordine globale. Diversi gruppi di nazioni cercheranno di trovare le proprie regole.

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