lunedì, Dicembre 23, 2024

PENSIERO COMPLESSO E SCIENZA DEL DOVE

Venerdì 11 giugno (ore 12), webinar della Thinking Academy di Geosmartcampus

L’innovazione non è arrestabile perché è l’espressione tecnologica della nostra volontà di esseri umani di camminare nell’ “oltre”. Ci affascina ciò che ancora non conosciamo, tanto quanto il ricercare migliori soluzioni per la nostra vita attuale, per il nostro benessere. Non ha senso separare società umana e società tecnologica.

La Thinking Academy di Geosmartcampus propone, venerdì 11 giugno (ore 12) a mia cura, un webinar intitolato Pensiero complesso e Scienza del Dove.

Riguardo all’innovazione si è parlato di ciclone, di rivoluzione, a identificare un fenomeno travolgente che ha problematizzato, profondamente e radicalmente, tutte le nostre certezze consolidate.

Vedo due problemi in questa “avanzata tecnologica”: uno politico, di classi dirigenti che faticano a cogliere la centralità del paradigma tecnologico per le decisioni strategiche. Un altro, di cui intendiamo occuparci nel webinar e che assumiamo come nostro ambito di ricerca, che è culturale.

Siamo ancora nel pieno di una mentalità lineare, separante, che si nutre di prevedibilità (a ogni costo). In qualche modo, così facendo, “tradiamo” la realtà che è complessa, interdipendente e imprevedibile. Le tecnologie possono essere un utilissimo strumento per capire l’interdipendenza della realtà ma non possono sostituire il pensiero umano: come recita il titolo di un recentissimo libro di Rita Cucchiara, “L’intelligenza non è artificiale”.

Dal punto di vista culturale, allora, di quale pensiero abbiamo bisogno ?

Scrivo di pensiero complesso perché dobbiamo maturare la tensione culturale di un pensiero che integri e che – anzitutto – faccia sistema della realtà in noi. È grande la responsabilità delle istituzioni educative e formative nell’andare verso la transdisciplinarità: non esistono, nella realtà, problemi disciplinari. In aggiunta, l’approccio multi e inter disciplinare non basta più. Solo la transdisciplinarità permette alle singole discipline di contaminarsi per fecondarsi. Questo è necessario.

Il pensiero complesso deve calarsi nel “dove” delle nostre vite (lo ricorda Bruno Ratti nel Manifesto della Società 5.0). Una umanità sempre più “quantica” ha fatto della mobilità uno dei suoi tratti distintivi: ciò è destinato ad aumentare perché lo stop determinato dalla pandemia è solo un fatto contingente. La strutturalità è nel movimento.

Concentrarsi nel “dove” significa, inoltre, lavorare progettualmente sulla “geografia umana” e sul governo della infinità di dati che generiamo e che, se debitamente considerati e geolocalizzati, possono rappresentare una grande possibilità per l’efficace governo delle città, dei territori, delle organizzazioni (pubbliche e private), degli Stati. Jack Dangermond, nell’intervento alla Conferenza 2021 di Esri Italia, ha parlato di geo-intelligenza.

In conclusione siamo tutti invitati, ciascuno con il proprio punto di vista, a raccogliere una sfida culturale che segnerà, come discrimine storico, il mondo di domani.

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