Il think tank Brookings (1 luglio 2021) ha pubblicato un’analisi dal titolo Designing digital services for equitable access (di Sean McDonald)
Il tema del “digital divide”, introdotto nel 1995 dalla U.S. National Telecommunications Infrastructure Administration, porta l’Autore a una considerazione critica. Così si conclude l’analisi: Internet access on its own is not enough if services remain inaccessible. The role of public governance and service design is to build services that acknowledge disparities and create a balance that prevents them from becoming a driver of inequality and conflict. The digital services design divide is both immediately addressable, and the kind of small, cumulative harm that can feel impossible to bridge. The first step is to prioritize equity in service design. Otherwise, the more we use digital services to build social safety nets without designing for the holes, the more of us—as the NTIA pointed out some 25 years ago—will keep falling through.
E’ importante, dunque, progettare servizi che tengano conto della complessità e delle complessità di un sistema articolato (la società digitale) che fa parte integrante delle nostre vite personali e in-comune. Ne va, come l’Autore sottolinea, del continuare ad aumentare disuguaglianze che, anche in ambito tecnologico, risultano essere un grave problema. La pandemia, ben lo sappiamo, ha aggravato la questione.
Migliorare i servizi in funzione di equità, naturalmente, permette di migliorare la qualità della coesione sociale e, dunque, la resilienza dei sistemi democratici.