mercoledì, Novembre 20, 2024

AGRICOLTURA, CLIMA E TECNOLOGIA. L’ITALIA LEADER EUROPEO. IL FUTURO SECONDO PAOLO ARRIGONI

L’agricoltura italiana sta subendo più di altri settori la crisi energetica e quella derivata dalla pandemia. Le nostre aziende della filiera, grazie alle nuove tecnologie, stanno dando una risposta per non fallire l’ aggancio con la ripresa. Ne abbiamo parlato con Paolo Arrigoni, CeO di Arrigoni SpA, leader europeo dell’agrotessile.

Presidente Arrigoni, Como e la Lombardia sono famose nel mondo per i tessuti. La sua azienda, comasca doc, è il leader europeo dell’agrotessile. Quale fascino in comune hanno sete, lane e polimeri?

Il nostro gruppo è profondamente radicato nel suo territorio d’origine. Prodotti così diversi, ma dalle origini comuni, condividono certamente l’alto tasso di innovazione e il perseguimento di uno stile riconoscibile. D’altra parte, perseguiamo l’obiettivo “kalòs kai agathòs”: i nostri prodotti oltre che etici e utili sono anche belli.

Primi in Europa e in Italia grazie anche a nuove acquisizioni. Quale importanza date al mercato italiano in ottica occupazionale e di ricerca avanzata?

Il gruppo crede fermamente nelle potenzialità del nostro Paese. Basti ricordare che – nonostante la diffusione della nostra presenza internazionale e il respiro globale dato alla sua comunicazione – su 230 addetti diretti più di 210 sono in Italia, e a questi si aggiungono anche 30 collaboratori esterni. Le attività ,in particolare quelle più strategiche come la ricerca, sono interamente svolte nel nostro Paese, anche grazie alla stretta collaborazione con le Università più prestigiose (Politecnico di Milano, Modena, Bologna, Bari, Federico II di Napoli ecc..).

L’agricoltura è un asse portante della nostra economia. Grazie ai vantaggi forniti dall’utilizzo dell’agrotessile, quale margine di crescita si può ipotizzare?

L’uso degli schermi protettivi innovativi in agricoltura porta vantaggi evidenti sul sistema agroalimentare, sulla salute delle piante e delle persone. D’altra parte, la domanda di prodotti agricoli è in crescita ed è sostenuta da diverse tendenze del mercato. Ad esempio, il crescente consumo di frutta e verdura, la maggiore sensibilità verso il cibo sano, la salubrità del cibo ma anche, e soprattutto, l’attenzione a non disperdere le risorse idriche e a ridurre i trattamenti chimici delle colture.

Salvaguardare le nostre coltivazioni con i vari tipi di coperture offerti sul mercato dalla vostra azienda, può servire a contrastare efficacemente i cambiamenti climatici?

Certamente sì. L’uso degli schermi protettivi innovativi in agricoltura contribuisce al raggiungimento di alcuni importanti obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tra questi, l’obiettivo 13: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere i cambiamenti climatici. Di fatto, l’utilizzo dei nostri prodotti agrotessili – al contrario di quanto potrebbe attendersi – apporta un vantaggio all’ambiente. Il bilancio ambientale di uno dei nostri tessuti è misurabile in termini di immissione di CO2 e di CO2 sottratta all’ambiente, grazie alla capacità delle piante di “fissare” la CO2 nella sostanza secca. Complesso da spiegare per i nostri prodotti agrotessili, possiamo chiudere un bilancio ambientale in positivo.

Lei ha dato sempre dato particolare importanza all’ estetica. Quindi, ad esempio, se un frutto non è bello a vedersi ed è solo buono, si vende lo stesso?

Sono innamorato del “bello”, ma per la frutta faccio un’eccezione. Non penso che nel settore alimentare si debba inseguire l’esasperazione dell’estetica finendo per incorrere in gravi sprechi di cibo. In certi casi, si tratta quasi di chirurgia plastica per frutta e verdure, mentre io auspico un ritorno a una bellezza sana e naturale.

Risparmiare acqua e pesticidi fa bene all’umanità. Si può guadagnare il giusto anche investendo molto sulla salvaguardia della salute?

Fortunatamente nel settore della produzione alimentare il modo di coltivare etico e sostenibile non è fine a sé stesso, ma consente di ridurre gli input produttivi. Utilizzare agrotessili consente di risparmiare acqua, ridurre il consumo di agrofarmaci: questo significa avere dei “saving” importanti e al contempo la certezza di un raccolto salubre e di qualità.

I prodotti che fabbricate sono fatti di polietilene, la più comune delle materie plastiche. Come vi siete posti il tema del riciclo nell’ambiente ?

Investiamo in una causa in cui credo sinceramente. Il materiale che usiamo, il polietilene ad alta densità, e’ riciclabile al 100%, e può essere efficacemente riutilizzato per applicazioni meno complesse. Aggiungo che la produzione è ottimizzata per garantirne un lungo esercizio (fino a 15 anni) in presenza delle condizioni atmosferiche più severe. Maggiore qualità significa maggiore longevità e quindi minor quantità di rifiuti. La nostra è una plastica “nobile”, non usa e getta.

Grazie all’utilizzo delle coperture nel campo della orticoltura e della frutticoltura, potremmo immaginare di trovare sempre e ovunque prodotti anche non di stagione?

Le tecniche di coltura protetta consentono di estendere la finestra temporale in cui è possibile coltivare un determinato prodotto, ma il fine non è quello di favorire una produzione in contro stagione. Credo sia piacevole gustare l’attesa di trovare sui banchi quel particolare frutto che tanto amo, non so, le ciliege a maggio, piuttosto che sapere di poterle portare in tavola tutto l’anno.

La tutela del creato e un nuovo assetto dell’economia globale, sono messaggi che lancia di frequente Papa Francesco. Lei come risponde?

Abbiamo la fortuna di avere un lavoro bello perché realizziamo materiali utili, etici e possiamo dare un nostro contributo a uno sviluppo sostenibile del pianeta. L’obiettivo è quello di nutrire in modo sostenibile una popolazione crescente come numero e come esigenze. Tutto questo con profondo rispetto della terra garantendo, senza prodotti chimici, un cibo salubre per il maggior numero degli abitanti del pianeta.

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