venerdì, Novembre 22, 2024

RISCHI CLIMATICI, IMPATTO SISTEMICO E TECNOLOGIE GEOSPAZIALI

Alice C. Hill scrive, per Council on Foreign Relations, dell’impatto economico degli uragani e dei disastri naturali per gli Stati Uniti.

Qui un passaggio di Hill: Over the past five years, there has been an average of 17.8 such events per year, compared to an annual average of 7.7 between 1980 and 2021. Last year marked the seventh consecutive year in which ten or more billion-dollar disasters pummeled the nation. By July 11 of this year—just over halfway through 2022 and before Hurricanes Fiona and Ian struck—there had already been nine.

Di fronte a questi eventi occorre considerare come il rischio climatico sia ormai strutturale. Affrontarlo chiede soluzioni al contempo globali (difficili da trovare laddove prevalgono gli interessi particolari anziché quelli dell’umanità e del pianeta) e nazionali.

Un pensiero complesso è più che mai necessario. Se nulla è slegato dal resto, i rischi climatici sono parte di un megarischio che è la conseguenza della megacrisi de-generativa nella quale siamo immersi.

I rischi climatici, è ormai chiaro, sono crescenti e impattano direttamente non solo sui sistemi economici ma sulla resilienza dei sistemi sociali e, dunque, sulla tenuta strategica dei sistemi istituzionali.

Oltre a un pensiero complesso, di fronte a questi fenomeni occorre sempre di più investire in tecnologie geospaziali. E’ solo monitorando e mappando i territori, cogliendo in anticipo le fragilità e intervenendo, che si potranno ridurre le conseguenze dei cambiamenti climatici. La ricerca e l’applicazione di queste soluzioni tecnologiche sono avanzate e in progress: spetta alle classi dirigenti lavorare in partnership con le aziende tecnologiche e studiare soluzioni adeguate per il governo delle città e dei territori in questa fase di trasformazione strutturale del mondo.

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