La migrazione climatica non è all’ordine del giorno della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) della prossima settimana. Il primo rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico del 1990 riconosceva che la migrazione sarebbe stata una delle principali conseguenze del cambiamento climatico. Questa migrazione è già in atto. Ogni anno circa 20 milioni di persone sono sfollate a causa di disastri naturali, soprattutto eventi meteorologici. Tutti i segnali indicano che un numero ancora maggiore di persone sarà costretto ad abbandonare le proprie comunità a causa di disastri più frequenti ed estremi dovuti ai cambiamenti climatici causati dall’uomo. Le catastrofi a lenta insorgenza, come la siccità e l’innalzamento del livello del mare, porteranno ancora più persone a spostarsi. La Banca Mondiale prevede che, in assenza di seri sforzi per limitare le emissioni di gas serra, entro il 2050 216 milioni di persone migreranno internamente a causa dei cambiamenti climatici (esclusi Medio Oriente, Nord America ed Europa).
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