L’incidente sulla linea ferroviaria di Brandizzo, che ha provocato cinque morti che si potevano evitare, mi ha molto colpito come imprenditore e come manager; il valore di una vita umana è incommensurabile e morire mentre si fa il proprio dovere è profondamente ingiusto.
Oggi si fa molto per la sicurezza e molte cose nel tempo sono cambiate: leggi, normative, mezzi ma soprattutto la sensibilità collettiva. Anche in questo settore le tecnologie potrebbero venire a supporto e contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri. Sensori e tecnologie “wearable” possono e devono diventare un ausilio fondamentale per contenere e dare “alert” alle persone che devono operare in condizioni di sicurezza. Queste tecnologie vengono già usate con dispositivi quali orologi e telefoni interconnessi per chi soffre di patologie che richiedono un continuo monitoraggio. Tali tecnologie possono essere utilizzate anche con dati geografici: quando imperversava il Covid, esse erano state ipotizzate per il monitoraggio dei contagiati. Ovviamente poi, per le restrizioni della privacy, tali processi erano applicabili con difficoltà. Un’altra storia potrebbero avere queste applicazioni in ambito della sicurezza sul lavoro. Oggi ci sono applicazioni geografiche chiamate “Fences” che permettono di avvisare, in caso di attraversamento di aree geografiche identificate, con alert specifici in modo automatico individuando l’accesso di mezzi in movimento e allertando chi di competenza, strumenti comunemente utilizzati nell’intelligence e nella sicurezza. In questo modo un treno in arrivo sarebbe stato facilmente e immediatamente segnalato non solo su centrali operative ma anche su bracciali e/o orologi digitali. Purtroppo la digitalizzazione è ancora in progress e deve essere nostro impegno collettivo segnalareai responsabili, come le tecnologie possono essere indirizzate e utilizzate nei vari settori. Questo è l’impegno di Esri Italia, nel nostro piccolo.