La parola è propaganda ma non ha più le connotazioni di una volta. E’ più misteriosa e più intelligente. Ed anche le sfide elettorali sono diventate più complesse, perché sul palcoscenico della politica c’è un nuovo attore che si chiama Intelligenza Artificiale. Uno dei guru della cybersecurity Bruce Schneier mette tutti sull’avviso: ‘l’AI è lo strumento ideale da usare nelle varie campagne elettorali e nei prossimi mesi c’è una particolare concentrazione di scadenze nell’ambito dei Paesi democratici’. Non è certo un elemento nuovo che i Paesi cerchino di influenzarsi a vicenda ma dal 2016, quando si è parlato di influenze russe sui social media mirate alle elezioni presidenziali americane, si è aperta una nuova era.
Senza entrare nella giungla di chi sia più responsabile di altri in termini di ‘influenza tecnologica’, si deve però registrare un nuovo fattore importante che riguarda la maggiore raffinatezza e potenza dell’intelligenza artificiale generativa e i grandi modelli linguistici. Questi ora hanno la capacità di produrre rapidamente e facilmente infiniti testi su qualsiasi argomento in qualsiasi tono e da qualsiasi prospettiva.
‘È uno strumento particolarmente adatto alla propaganda nell’era di Internet – afferma Schneier – inoltre tutto questo è molto nuovo. ChatGPT è stato introdotto nel novembre 2022. Il più potente GPT-4 è stato rilasciato nel marzo 2023. Altre IA per la produzione di linguaggi e immagini hanno più o meno la stessa età. Non è chiaro come queste tecnologie cambieranno la disinformazione, quanto saranno efficaci o quali effetti avranno. Ma stiamo per scoprirlo’.
Intanto si avvicina uno dei periodi elettorali a maggiore concentrazione, elemento di particolare rilevanza. Il 71% delle persone che vivono nelle democrazie voteranno da qui alla fine del prossimo anno. Argentina e Polonia a ottobre, Taiwan a gennaio, Indonesia a febbraio, India ad aprile, Unione Europea e Messico a giugno, gli Stati Uniti a novembre. Ed anche nove democrazie africane, incluso il Sud Africa, saranno chiamate alle urne nel 2024.
Di intelligenza artificiale e di elezioni si occupa da anni David Clementson dell’Università della Georgia che studia gli elementi anomali delle campagne elettorali. Egli ha stilato un vademecum di 6 modi con i quali l’intelligenza artificiale può generare campagne elettorali ingannevoli. Alla base di tutto c’è che gli uomini, anche i più scettici, tendono a credere a quanto gli viene proposto. Così si finisce per credere anche alle bugie più eclatanti, cadendo in quello che gli esperti chiamano ‘default della verità’.
Tra i 6 punti elencati nel menù dei rischi di una falsa propaganda elettorale c’è n’è uno che spicca e che riguarda i limiti morali dell’AI. I chatbot, secondo Clementson, tendono ad inventare cose che sono spesso prive di senso producendo informazioni ingannevoli. Ma mentre un operatore umano, anche se con pochi scrupoli, può avere ancora un briciolo di responsabilità, l’AI non ne ha alcuna. In pratica, non ha nessuna coscienza. Se le campagne elettorali diffondessero messaggi dell’Intelligenza Artificiale senza alcun filtro umano o senza ‘bussola morale’, le bugie potrebbero essere senza controllo con i danni che si possono immaginare.
Possiamo dire che il web rappresenterà sicuramente il nuovo teatro di scontro politico con molti attori in scena e molte comparse nascoste dietro le quinte.
(riproduzione riservata)