La guerra in Ucraina ha reso strategica, per l’autonomia dell’Europa, la produzione di chip.
Domenico Aliperto scrive, per Corriere Comunicazioni, dei problemi per Intel in Germania: Intel starebbe facendo marcia indietro rispetto all’intenzione di aprire, nella prima metà del 2023, una fabbrica di chip nella città di Magdeburgo, nella Germania orientale. A dirlo è il quotidiano regionale Volksstimme, il quale afferma che il gigante dei semiconduttori punta a ricevere più sussidi pubblici. (…) il giornale ha affermato che l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha sconvolto i calcoli originali della società statunitense. Laddove Intel aveva originariamente preventivato costi per circa 17 miliardi di euro, la stima ora si aggira sui 20 miliardi di euro, dice il quotidiano tedesco, precisando che il colosso statunitense sta discutendo con il governo su come colmare un “gap” di finanziamento. “Il divario è emerso in questa situazione attuale. Stiamo lavorando con i partner del governo per portare avanti il progetto“, ha scritto il quotidiano citando testualmente Intel, secondo il cui portavoce “le sfide geopolitiche sono cresciute e la domanda di semiconduttori è diminuita. Ciò significa che non possiamo ancora dare una data definitiva per l’inizio della costruzione” dell’impianto.
Ancora tutto tace per l’investimento INTEL in Italia.