Se è vero che le idee sopravvivono agli uomini, Bruno Ratti resterà molto al lungo con noi.
Come resterà il suo insegnamento, bene prezioso, in un mondo dove nessuno vuole scambiarsi informazioni o dare solo un consiglio.
Ho conosciuto l’Ingegnere, così lo chiamiamo tutti, uno anno fa. Anzi è stato lui che ha voluto conoscere me, come ogni buon imprenditore che vuole guardare in faccia chi si mette tra i piedi. Il feeling è scattato subito e alla fine dei nostri incontri ero sempre io ad uscirne arricchito. Un passo dopo l’altro. Abbiamo parlato di tanti progetti con un obiettivo finalizzato allo sviluppo di una società sempre più umana.
La sua preparazione tecnica, scientifica, manageriale gli faceva ripetere spesso che la sua vita era un tragitto “DALLE STALLE, ALLE STELLE”, insomma un canone inverso.
Due chiari riferimenti (LE STALLE ) al duro lavoro nelle aziende che ha portato al successo e LE STELLE: il ciberspazio, l’intelligenza artificiale, i big data, la geografia digitale che ha sviluppato attraverso la Scienza del Dove.
Una vita molto intensa impreziosita da un dono che pochi hanno: la curiosità.
La curiosità non è un fatto banale anzi rappresenta il più alto e profondo stimolo alla conoscenza.
L’Ingegnere, nella sua vita non breve, ha accumulato un bagaglio di conoscenza unico. Il suo maggior desiderio è stato sempre dare un apporto concreto alla salvaguardia dell’ambiente, della società e della cultura. Lo ha raccontato nel Manifesto per una Società 5.0 dove vuole riportare al centro dell’universo la figura umana e non il mero interesse economico.
Appassionato seguace delle encicliche di Papa Francesco, era convinto che il futuro delle nuove generazioni passasse solo attraverso la Conservazione del Creato.
Per questo ha indicato ai figli e ai suoi più stretti e fedeli collaboratori, la strada da percorrere. Una strada tortuosa che sapranno attraversare con successo portando a termine i tanti progetti che l’Ingegnere aveva avviato.
Per chiudere il mio ricordo personale, Bruno Ratti era un appassionato e critico fruitore di tutti i mezzi di informazione, soprattutto i giornali. Da meno di sei mesi aveva chiesto a me, Guido Fabbri e all’alta dirigenza di Esri Italia di creare una testata giornalistica moderna (web e streaming tv) ma che conservasse anche l’antico profumo della carta.
Il 15 dicembre appena trascorso, il progetto si è compiuto e lui lo ha potuto vedere.
The Science of Where Magazine era on line e su Youtube; le rotative avevano stampato il primo numero della Rivista, rigorosamente in carta riciclata.
Sulle pagine elettroniche e su quella di carta stanno prendendo corpo le idee e le indicazioni dell’Ingegner Bruno Ratti.
Il mio, il nostro impegno, sarà di farle vivere e crescere ogni giorno, ovunque Egli sia, con la certezza che ci sta indicando la via per le STELLE.
Emilio Albertario
Direttore
The Science of Where Magazine