La Cina ha fatto passi da gigante nella continua competizione con gli Stati Uniti per dominare l’avanguardia tecnologica, soprattutto in campo militare. Uno dei principali indicatori di questi sforzi è la vigorosa ricerca dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) di integrare l’intelligenza artificiale (AI) nel suo apparato di difesa. Con l’acuirsi delle tensioni per le rivendicazioni territoriali (si veda ad esempio RFA, 4 settembre; VOA, 18 settembre), è indispensabile comprendere le implicazioni dell’IA nel delineare potenziali scenari di conflitto. Gli approfondimenti tratti dai documenti militari cinesi e dagli articoli dei think tank affiliati rivelano un’era emergente in cui l’IA non si limita a integrare, ma rivoluziona le operazioni militari e i paradigmi strategici. La crescente abilità della Cina nella difesa costiera e aerea guidata dall’IA sta contribuendo a consolidare le sue capacità anti-accesso/area-denial (A2/AD) che, date le aspirazioni regionali della Cina, dovrebbero servire come un segnale convincente per le altre nazioni a essere consapevoli di questa realtà militare emergente