Il digital twin, nella the science of where, è una frontiera del futuro già presente. Linda Peters, per Esri, scrive della scelta di Grenada di costruire il proprio digital twin al fine di prevenire i cambiamenti climatici e definire scelte strategiche.
Sempre di più, la tecnologia del digital twin risulta necessaria. L’uomo, infatti, si trova di fronte a una crescente complessità di dinamiche che impattano “glocalmente”, che nascono al di fuori dei territori ma che vi entrano, prepotentemente come i cambiamenti climatici, senza avvisare.
L’investimento nel governo del dove, attraverso soluzioni tecnologiche adeguate, si conferma una prospettiva concreta per l’azione politica. Ma non solo. E’ anche una grande operazione culturale: la consapevolezza della complessità delle dinamiche che ci troviamo a fronteggiare deve andare di pari passo con la conoscenza della complessità territoriale nella quale ci troviamo a vivere. La scelta di Grenada è illuminante.
Da sempre l’uomo ha avuto bisogno di un sostegno tecnologico per adattare la sua intelligenza a una realtà dinamica che, mano a mano nei secoli, si è arricchita – mai linearmente – di una infinità di possibilità e di problematiche difficili da governare. Occorre prenderne atto: l’ultima rivoluzione tecnologica che ci troviamo a vivere ci offre grandi opportunità, ben conoscendo anche i rischi, per governare la metamorfosi dei nostri luoghi, di noi-nei-luoghi (si pensi alla mobilità) e del mondo.
Grenada è un piccolo Paese ma lavorare sul digital twin indica che la strada è aperta. Occorre il coraggio di proseguire su questo cammino, sempre ricordando che il rapporto tra l’uomo e la tecnologia è tutto da costruire, un “compiersi”: la realtà non si ferma e noi, per renderla sostenibile, siamo chiamati a conoscerla per governarla.